Rilevatore monossido di carbonio

Cos’è e come funziona un rilevatore di Monossido di Carbonio

Rilevatore Monossido di Carbonio

Quando si parla di sicurezza domestica, per se stessi, i propri familiari e gli amici a 4 zampe, non si può non pensare ad un tipo di protezione su cui, senza dubbio, vale la pena investire. Ci riferiamo all’acquisto di un rilevatore di gas, un dispositivo “salvavita”, sfortunatamente ancora non troppo diffuso nel nostro Paese.

È anche per questo, per diffonderne la conoscenza, la cultura e la politica d’acquisto, che vogliamo illustrare la tipologia forse più necessaria in ogni casa, considerando che questi apparecchi si distinguono ciascuno per il gas specifico da rilevare. Parleremo dunque del rilevatore di monossido di carbonio (CO), un gas subdolo, chiamato addirittura “assassino invisibile”, inodore, insapore e senza colore, quindi difficile da identificare e contrastare. La sua presenza non è percepibile in modo immediato, anche perché non produce irritazione. Per tutte queste caratteristiche è pressoché impossibile individuarne un’eventuale concentrazione senza nessun elemento elettronico in grado di rilevarla.

Ecco che allora diventa fondamentale un dispositivo come questo, posto che il CO viene prodotto praticamente ogniqualvolta si bruci legna, gasolio, carbone o benzina. Risulta perfetto per monitorarne l’accumulo e, soprattutto, per avvisare quando la percentuale raggiunge livelli eccessivi, che potrebbero addirittura essere letali, senza timore di esagerare.

Nella scelta per l’acquisto è necessario puntare sulla qualità, pur tenendo presente sempre una giusta misura anche riguardo al portafoglio. In commercio, infatti, è possibile trovare rilevatori di monossido di carbonio di standard elevati con un ottimo rapporto prezzo/funzioni. Al termine di questa breve guida, consiglieremo qualche modello fra i più venduti, selezionati da Amazon, in base all’andamento del mercato e ad altri fattori, per un corretto utilizzo del dispositivo migliore per ogni esigenza.

Che cos’è e come agisce un rilevatore di monossido di carbonio

Per aumentare il margine di sicurezza in casa, è molto importante affidarsi all’installazione di dispositivi elettronici in grado di monitorare e, quindi, segnalare una concentrazione di questo gas molto prima che diventi pericolosa. Alcuni di loro si limitano ad allertare, in maniera comunque molto efficace, con allarmi acustici e visivi, grazie a LED integrati e visibili sul fronte dell’apparecchio.

Altri, più evoluti, oltre a fare questo, intervengono automaticamente per bloccare l’apporto di combustibile, causa della concentrazione elevata, attivando una ventilazione meccanica forzata degli ambienti. Una volta installato, il rilevatore di CO presidia costantemente l’ambiente in cui si trova, anche le stanze limitrofe, ma non quelle più distanti.

È comunque bene ricordare che per allontanare i rischi legati ad un’esposizione al monossido di carbonio, è necessario, innanzitutto, rimuovere le apparecchiature non a norma o malfunzionanti e difettose, oltre ad affidarsi ad un comportamento responsabile. Infatti, utilizzare gli impianti a combustione nella maniera adeguata è il primo passo verso una buona tenuta e un basso rischio di intossicazione, così come una manutenzione periodica e, ovviamente, il posizionamento di un dispositivo salvavita.

Quali sono i valori che un buon rilevatore di monossido di carbonio deve monitorare?

Abbiamo detto che questi apparecchi sono in grado di rilevare all’interno di ogni locale chiuso, come un’abitazione o un garage, la presenza del gas CO, monitorandone il suo accumulo nel tempo. In ambienti aperti, infatti, un’elevata concentrazione non rappresenta un pericolo, poiché il monossido di carbonio è in grado di disperdersi. Onde evitare di rischiare l’intossicazione, (possibile soprattutto in inverno, quando è diffuso il riscaldamento supplementare con stufette, non sempre conformi alle normative di sicurezza), è importante conoscere le giuste misure e protezioni.

L’avvelenamento da monossido di carbonio, infatti, dipende dalla sua concentrazione, che viene valutata in una particolare unità di misura, denominata PPM (Parti Per Milione). La soglia di alert scatta quando si raggiungono i 50 PPM oltre i 60/90 minuti di esposizione, periodo entro il quale il rilevatore dovrebbe già azionare il suo allarme. Ricordiamoci, comunque, che il valore che può purtroppo causare la morte delle persone presenti è di gran lunga superiore, vale a dire oltre i 5000 PPM.

Come abbiamo anticipato, in ogni abitazione la causa primaria della produzione di questo gas è data dagli impianti di riscaldamento, come il classico e suggestivo camino a legna o la stufa a gas, ma anche la caldaia, la canna fumaria e gli scaldacqua.

Dunque, una buona base di partenza per la salvaguardia della sicurezza domestica, riguarda la corretta e periodica manutenzione di queste apparecchiature che, se malfunzionanti, gettano già le basi per un pericolo molto serio. Non bisogna trascurare nemmeno forni e fornelli, così come, parlando di garage ed autorimesse, le auto tenute accese a lungo in questi ambienti chiusi. Acquistare un rilevatore di monossido di carbonio, insomma, può essere la soluzione migliore per dormire sonni tranquilli, nel vero senso della parola…per la garanzia della sicurezza di grandi e bambini e per evitare sorprese molto spiacevoli.

Qual è il posizionamento migliore per un rilevatore di monossido di carbonio

Questo gas, è bene ricordarlo, si diffonde ovunque ci sia una combustione di materiale di origine fossile, disperdendosi nell’ambiente generalmente senza creare disturbo. Come sappiamo, però, in particolari situazioni di manutenzioni carenti, il rapporto di reciproco “disinteresse” s’incrina, procurando le disastrose conseguenze di cui purtroppo a volte la cronaca ci informa. Per ovviare a questo, dobbiamo considerare che la diffusione del monossido di carbonio nell’aria è relativamente uniforme. Ciò significa che una sola sorgente di CO può distribuirlo per tutta la stanza e, se la metratura non è particolarmente ampia, anche in altri locali della casa.

Teniamo presente che il monossido di carbonio ha la stessa densità dell’aria e, quindi, si diffonde in modo omogeneo nell’ambiente. Poiché si forma attraverso un processo di combustione, però, il CO risulta più caldo rispetto all’aria circostante, tanto da essere spinto verso l’alto. Ecco perché, per l’installazione, è necessario individuare un punto elevato sulla parete, meglio ancora se sul soffitto stesso. Raccomandabile è poi installarlo vicino agli eventuali punti di emissione dello stesso gas, vale a dire la famigerata “stufetta”, tanto utile quanto giustamente temuta, ma anche camini e caldaie. Altrettanto consigliabile, invece, installarlo lontano da aperture, come porte, finestre o lucernai, che potrebbero disperdere la sensibilità del rilevatore, a causa delle correnti d’aria. In ogni caso, per maggiori dettagli ed informazioni su posizionamento, manutenzione ed altro, è possibile visionare le normative EN 50291 e EN 50292, che regolarizzano l’installazione e l’utilizzo dei dispositivi di allarme per monossido di carbonio residenziali.

Sarebbe poi opportuno posizionare un rilevatore in ogni locale dotato di apparecchi a combustione, ma anche nelle camere da letto e, comunque, in quelle stanze dove si trascorre più tempo. In strutture di metratura limitata, in cui l’abitazione, come nei monolocali, è costituita da uno spazio unico, va posizionato possibilmente lontano dagli elettrodomestici, e più vicino alla zona in cui si dorme. Meglio ancora, specie se l’appartamento è su due piani ma, in ogni caso, anche in locali ampi su un unico livello, sarebbe installarne più di uno, in ogni stanza dove si può trovare una fonte di emissione.  Se poi l’abitazione presenta un box per auto o moto, e un locale cantina o solaio, buona regola è dotare anche questi siti dello stesso dispositivo.

Il consiglio di disporre l’apparecchio in prossimità delle camere dove si dorme non è solo per assicurare più garanzie nel momento del riposo ma anche per essere più sicuri di sentire l’allarme, in caso di accensione. Buon ultimo, è fondamentale non coprire il raggio d’azione dell’apparecchio, per esempio con piante o tendoni pesanti, ma anzi lasciare libero il sensore di agire in base alle sue potenzialità senza ostacoli

 Rilevatore monossido di carbonio: come orientarsi nell’acquisto.

In un panorama commerciale ancora non troppo conosciuto, vuoi per inesperienza del prodotto, vuoi per poca informazione, è importante avere idee chiare nella scelta dell’apparecchio. Innanzitutto, è bene sapere che esistono diversi tipi di rilevatori di CO, alcuni molto semplici ed economici, altri più evoluti, con funzionalità aggiuntive e, naturalmente, ad un prezzo maggiore. Tutti, comunque, sono in grado di assolvere il proprio dovere, allertando cioè, tramite avvisi sonori ed ottici, in caso di eccessiva concentrazione del temuto gas.

Un altro distinguo è dato dall’alimentazione, che può essere a batteria (ricaricabile e di lunga durata) o a corrente elettrica. La scelta, in questi casi, non è tassativa, ma dipende dall’utilizzo che se ne fa nel corso del tempo. Se, ad esempio, si volesse monitorare una casa vacanze, o un alloggio itinerante come un camper, l’ideale sarebbe il rilevatore portatile, a batteria. Viceversa, nell’abitazione principale, si suggerisce un dispositivo fisso, più pratico sul lungo periodo, funzionante sia con pila, sia a energia elettrica, da posizionarsi in base ai criteri elencati nel paragrafo precedente. Si raccomanda sempre, in caso di black out, breve o lungo che sia, di controllare l’apparecchio a corrente riattivata.

I rilevatori di ultima generazione, poi, si avvalgono nella nuova tecnologia digitale, che regala particolari vantaggi e funzioni avanzate come, per esempio, la visualizzazione, su un piccolo schermo integrato, dei valori ambientali rilevati in quel momento, ed altre soluzioni particolarmente “smart”. Ed è soprattutto nell’ambito della sicurezza domestica, relativa a videocamere, rilevatori d gas e fumo, serrature, portoncini blindati, allarmi, ecc., che ci si avvia verso una direzione sempre più domotica, praticamente una casa connessa 24 ore su 24.

Nella fattispecie, in questo senso, i rilevatori di monossido di carbonio operano in ambiente Wi-Fi, ottenendo così la possibilità di eseguire autodiagnosi per assicurare il corretto funzionamento senza soluzione di continuità. Mediante una specifica app è possibile monitorare sia le fasi di rilevamento che i livelli di monossido di carbonio domestici da remoto, senza essere presenti all’interno dell’abitazione. Ma non basta: con questa soluzione digitale viene controllata anche la sirena d’allarme che scatta al momento del rischio esalazione e che si può spegnere direttamente tramite l’app. Dalla stessa applicazione, poi, vengono ulteriormente fornite informazioni dettagliate sui problemi e su dove siano stati riscontrati. Infine, tramite questi rilevatori “smart”, è possibile connettersi ad altri apparecchi e dispositivi domotici, purché compatibili fra loro (ad esempio, Alexa e Google Home).

Ricordiamo che oltre a rilevare il CO, alcuni di questi apparecchi possono essere considerati multi-funzione, in quanto in grado di monitorare anche altri gas e/o la presenza di fumo, in sostanza salvaguardando in toto il rischio incendio. Si raccomanda, al momento dell’acquisto, di prestare molta attenzione alla tipologia di allarme, specie quello acustico. Infatti, considerando che stiamo parlando di un dispositivo salvavita, si deve riscontrare una sirena abbastanza intensa da essere avvertita da tutti in casa, qualunque sia il luogo ove si trovano gli abitanti. Meglio ancora, se la scelta ricade su un rilevatore in grado di inviare anche un messaggio sms o una notifica tramite app, magari quando in casa, in quel momento, non vi sia nessuno presente.

 Tenuta e manutenzione del rilevatore monossido di carbonio

Una volta acquistato, il dispositivo deve essere posizionato ma non “abbandonato”. È, questa, una regola da tenere ben presente poiché, come tutti gli apparecchi, specie quelli elettronici, la manutenzione e la pulizia sono fondamentali per il perfetto stato di efficienza. Teniamo presente che, di regola, un rilevatore di CO ha una durata di circa 5 anni, ma può arrivare anche a raddoppiarla, fino a 10, in base al modello, alla tecnologia applicata, al tipo di alimentazione e, appunto, grazie ad una buona manutenzione.

Se funzionante a batteria, è periodicamente necessario verificarne la carica e, in caso, provvedere alla sostituzione della pila. Viceversa, se è collegato mediante alimentazione elettrica, è bene controllarne la correttezza magari con il classico test d’inizio funzione, specie ogni qualvolta il rilevatore si riavvii dopo un periodo di inattività o, come dicevamo, dopo eventuali interruzioni di energia.

Inoltre, è importante provvedere anche ad una pulizia periodica, per evitare accumulo di polvere e sporco in genere: attenzione, però, a non utilizzare spray o detergenti e, men che meno, a smontare l’apparecchio per pulirlo all’interno! Questi interventi, infatti, rischierebbero di rovinare irrimediabilmente il sensore o comunque l’apparecchio in genere. Si consiglia quindi di passare semplicemente un panno morbido antistatico, eventualmente leggermente inumidito soltanto con un po’ di acqua. Anche un ambiente troppo umido può rischiare di rovinare i corretti rilevamenti: ricordiamo sempre la delicatezza di questi strumenti, tanto sensibili quanto importanti per la sicurezza domestica, e non solo.

Recensioni dei  migliori rilevatori di monossido di carbonio

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Honeywell XC70-IT Dispositivo di Allarme per Monossido di Carbonio a Batteria XC70

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