Strumento importantissimo, anche se non ancora del tutto conosciuto ed utilizzato in Italia, pur essendo semplice, economico e molto utile, il rilevatore di gas è un apparecchio elettronico che, grazie a dei sensori luminosi e/o acustici, permette, appunto, di segnalare l’eventuale presenza, all’interno di un’abitazione, di gas nocivi.
Pertanto, dato il suo compito altamente specifico, rientra nella categoria degli strumenti, o dispositivi, per la sicurezza domestica.
Caratteristiche e specifiche del rilevatore di gas
In linea di massima, ogni rilevatore è finalizzato a segnalare una sola determinata emissione, tanto che viene catalogato proprio come “monogas”: si tratta di apparecchi per GPL, o metano e ancora monossido di carbonio. Vi sono però strumenti, definiti “multigas”, in grado di rilevare la presenza in una stanza di diverse tipologie di gas, e che hanno pure la funzione di interrompere in maniera del tutto autonoma le esalazioni nocive, mediante un collegamento con elettrovalvole specifiche. Sono, senza dubbio, rilevatori più sofisticati ed evoluti, poiché presentano questa importante funzione in più, che va ad aggiungersi alla classica segnalazione della perdita.
I dispositivi, sia mono che multigas, sono costituiti da un involucro, ormai quasi tutti di plastica, come per la maggior parte degli altri apparecchi di utilizzo domestico, al cui interno si trova sia il sensore siatuttala componente elettronica atta a riconoscere se la concentrazione di gas è corretta o superiore ai limiti prescritti, a tutela della sicurezza in casa. È importante sapere che i rilevatori hanno comunque una durata limitata nel tempo, che possiamo stabilire fra i 5 e i 10 anni, in base al brand e al modello, non oltre, in quanto, trascorso questo periodo, non sono più considerati attendibili e, dunque, vanno sostituiti.
In commercio, esistono, oltre che rilevatori da interno, anche quelli da esterno, che, al contrario dei più comuni da appartamento, con le caratteristiche che abbiamo descritto, sono utilizzati, per esempio, per segnalare la quantità di anidride carbonica e polveri sottili nell’atmosfera, in modo da valutare e stimare la qualità dell’aria (utilizzati in gran parte dalle amministrazioni comunali per verifiche atmosferiche sul territorio).
Fra le cause più frequenti degli incidenti da gas domestico troviamo una cattiva efficienza delle canne fumarie, così come un’insufficiente ventilazione dei locali o una loro inidoneità, specie, ovviamente, nelle aree in cui si trovano le sorgenti di gas, ed ancora una poco corretta manutenzione degli impianti a gas, come caldaie e stufe.
Le principali tipologie di rilevatore gas
Tali dispositivi si dividono in due grandi macrogruppi: i fissi e i portatili. I primi, allacciati alla rete elettrica, possono essere sia ad uso interno sia esterno, mentre i secondi, solitamente alimentati a batteria, vengono usati in ambito professionale, pur se qualche eccezione si ritrova anche nei modelli ad uso domestico. Presentano tutti il grande vantaggio di non richiedere particolari attività manutentive, ed inoltre sono molto leggeri, facili da utilizzare e maneggevoli, pur nella limitazione del tempo dei portatili, in base ad una durata relativamente corta.
Questo perché adottano un sistema soggetto alla sostituzione periodica delle pile, anche se in alcuni vengono utilizzate le batterie al litio, che non devono essere sostituite poiché la loro durata è identica a quella del rilevatore.
Come abbiamo detto precedentemente, gli apparecchi maggiormente utilizzati sono i rilevatori di:
- Monossido di carbonio
- GPL
- Gas metano
- Gas radon
I rilevatori di monossido di carbonio, il cui simbolo chimico è CO (gas prodotto mediante reazioni in difetto di combustione, cioè quando l’ossigeno non è sufficiente a convertire il carbonio in anidride carbonica), segnalano l’eventuale fuga in anticipo rispetto ai sintomi dell’intossicazione. È, questo, un grande vantaggio, in quanto il monossido di carbonio è un gas incolore, insapore, inodore, privo di effetti irritanti, e, pertanto, sarebbe in grado di provocare una grave intossicazione, e persino il decesso, senza che le persone coinvolte abbiano il tempo di rendersene conto. In teoria, il monossido di carbonio viene espulso con gli altri residui della combustione, ma può purtroppo succedere, magari per scarsa od errata manutenzione, che venga trattenuto e, dunque, inizi a saturare la stanza, con il pericolo che ne consegue.
Laddove la concentrazione di CO superasse il livello di guardia, prima che fosse tale da causare malessere, l’apparecchio farebbe scattare un allarme. Per questo, sarebbe opportuno che in ogni stanza, o almeno in cucina e nei bagni, fosse presente un singolo rilevatore fughe gas, in sostanza, cioè, dove sono installati i dispositivi a combustione, come lo scaldabagno, la caldaia, il boiler, la stufa, ad una distanza variabile da 1 a 3 metri da questi ultimi.
È preferibile l’installazione sul soffitto, in quanto il monossido di carbonio si concentra maggiormente in alto, oppure a parete, con l’accortezza, però, di non posizionalo oltre 20 cm dal soffitto stesso. Nell’uno o nell’altro caso, il rilevatore deve sempre avere le spie luminose ben visibili, per identificare immediatamente la carica delle batterie e i malfunzionamenti. Inoltre, è meglio scegliere zone lontane da porte o finestre, così come da fuochi, fornelli e lavandini, poiché in caso di ventilazione notevole, di vapore ed umidità, il rilevamento potrebbe essere ritardato o falsato.
Gli apparecchi per la segnalazione di propano liquido (GPL) e gas metano funzionano, in sostanza, con gli stessi principi dei precedenti: forse l’unica differenza è la distanza per l’installazione che, in questo caso, è preferibile sia a una ventina di centimetri dal pavimento.
Alcuni modelli di rilevatori GPL vengono posizionati anche a160 cm di altezza: si tratta di una tipologia particolare per segnalare la presenza di quelle sostanze gassose tossiche il cui peso specifico è pari a quello dell’aria; sprigionate quasi esclusivamente dagli utilizzi industriali e non da quelli domestici.
In commercio, troviamo modelli specifici e molto settoriali, vista la delicatezza e l’importanza dello strumento: tra gli altri, anche i rilevatori con elettrovalvola, quelli per i gas da refrigeratore e/o condizionatore, gli adatti a camper e roulotte, eun paio di tipologie, in particolare, che vogliamo approfondire meglio di seguito.
I rilevatori Spray e gli apparecchi per il gas Radon
Oltre alle macro-famiglie illustrate, in commercio possiamo trovare, infatti, anche rilevatori di gas in formato spray, che sfruttano il principio molto simile a quello che si utilizzava tempo fa, in maniera “casalinga”, per verificare eventuali perdite. Raccordi e tubature, venivano bagnati con una semplice miscela di acqua saponata, stesa con un pennello lungo tutta la superficie, per controllare che non si formassero bolle, che avrebbero identificato una fuoriuscita.
Il rilevatore di fughe di gas a bomboletta funziona praticamente con lo stesso metodo, ma è senza dubbio più affidabile, sia perché composto da miscele specifiche, sia perché gli spray consentono di giungere anche in punti più difficili e nebulizzare a distanza. Peraltro, il contenuto della bomboletta, se quest’ultima non viene agitata, può essere spruzzato anche in forma liquida, onde evitare di dissolverlo nell’aria, senza falsare il risultato e la funzione, individuando cioè le famose bolle rivelatrici. Viceversa, agendo sullo spray, è possibile vaporizzare una schiuma leggera che, una volta dissolta, nel giro di qualche breve istante, consente di verificare all’istante la perdita, anche molto limitata, per poter essere riparata.
L’accortezza maggiore, con queste bombolette, semplici ed economiche, è quella di non spruzzare la miscela su superfici molto calde: meglio dunque procedere con la verifica quando tubature e raccordi siano completamente freddi, fermo restando che il contenuto di ogni bomboletta deve essere garantito atossico per l’uomo e ecosostenibile per l’ambiente. Possono essere utilizzati per segnalare perdite di gas metano, argon, GPL, ossigeno ed altre sostanze gassose, anche in un qualsiasi sistema in “spazio confinato”, vale a dire un ambiente limitato e di dimensioni ridotte, come in circuiti frigoriferi o nell’automobile, per il controllo del sistema dell’aria condizionata, la cui perdita si rileva principalmente nelle saldature.
Assolutamente da non sottovalutare, poi, un altro tipo di segnalatori o, meglio, dispositivi per un altro tipo di gas, estremamente pericoloso per l’uomo, se inalato: stiamo parlando del gas Radon, stimato come la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo, i cui livelli fluttuano continuamente. Si concentra principalmente nel terreno e nei materiali di costruzione, così come in sostanze di origine vulcanica, ad esempio granito e tufo, e, pur se in misura minore, nell’acqua. Incolore e inodore, si disperde con facilità nell’ambiente, accumulandosi nei locali chiusi. Se in temperatura e pressione corrette, le sue anomalie possono essere rilevate soltanto con un’apposita strumentazione.
La normativa introdotta dal D.L. 241 del 2000 prevede che ogni attività commerciale debba controllare la presenza di radiazioni ionizzanti nel luogo di lavoro, fra cui anche il radon, la cui soglia è stata fissata in 500 Bq (Bequerel) per metro cubo. I rilevatori per questo gas sono di diverse categorie, a seconda degli ambienti in cui è necessario effettuare il rilevamento: abbiamo strumenti altamente professionali, senza dubbio con prezzi molto più elevati rispetto ai classici da appartamento, stazioni di monitoraggio ambientale ed infine segnalatori di uso domestico, specifici per queste emissioni, portatili e molto sensibili. I modelli più recenti sono dotati, oltre che di un display di facile lettura dei valori, anche di una connessione Bluetooth che consente di collegare il dispositivo ad una applicazione sia per Android sia per iOS, anche per un’archiviazione dei rilievi raccolti nel tempo, i quali possono essere registrati giornalmente, settimanalmente e in lungo periodo.
L’importanza dei segnali di rilevazione
Premesso che, ovviamente, l’installazione dovrebbe essere fatta nel rispetto delle corrette direttive europee (CEI 31-35) sull’importante materia, bisogna sapere che la grande maggioranza dei rilevatori fughe gas è dotata di filtri che evitano falsi allarmi, i quali potrebbero essere causati da emissioni e vapori non pericolosi, cucinando, per esempio, o durante le pulizie domestiche.
Per questo, la qualità di un dispositivo di questo tipo si misura in base al suo componente principale, vale a dire il sensore. Bisogna infatti stabilirne il giusto grado di sensibilità in base all’ambiente, anche perché incaso di temperature estreme particolari (meno 15° o più 50°), potrebbe non essere garantito il corretto funzionamento.
Fra i tipi di allarme il più frequente è il rilevamento sonoro, il classico “bip” intenso e prolungato, ma alcuni rilevatori hanno anche la possibilità di registrare la voce. In commercio, poi, possiamo trovarne muniti di segnali luminosi, fondamentali per chi ha problemi d’udito (molto comune fra le persone anziane, forse i più soggetti a necessità di rilevazione di fughe di gas). Inoltre, da non sottovalutare, la spia luminosa permette di intervenire senza dover accendere la luce, azione che potrebbe essere molto pericolosa in ambienti saturi di gas.
Su ogni apparecchio, si possono anche trovare altre funzioni di segnalazione:
- Il limite del livello batterie (luminoso o sonoro)
- Il display digitale
- Il tasto silenziatore
- Le luci di sicurezza
- L’indicatore della sostituzione batterie
È importante anche verificare la dotazione del tasto di controllo, azionabile per verificare che il funzionamento risulti sempre regolare. Infine, si segnala che alcuni modelli di rilevatori gas possono, se presenti in misura multipla in un appartamento, essere connessi fra loro: in questi casi, se uno dovesse far scattare l’allarme, anche gli altri verrebbero attivati, nonostante, in quei punti, potrebbe non esserci una fuga di gas. Così facendo, tutti gli occupanti dell’abitazione possono percepire con maggiore sicurezza l’allarme sicurezza.
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