Rilevatore fughe gas condizionatore

Guida alla scelta del giusto modello di rilevatore di fughe di gas del condizionatore

Il rilevatore di fughe di gas per condizionatori è un dispositivo che appartiene al gruppo dei “salvavita”, apparecchio per identificare le perdite di gas refrigeranti di alta sensibilità tecnologica, in grado di rilevare ogni sorta di gas con base CFC o HFC, anche in ambienti contaminati da altre miscele o vapori.

Il dispositivo per segnalare fughe di gas dagli impianti di condizionamento, e che le evidenzia sia visivamente sia in maniera sonora, viene utilizzato per isolare in modo fulmineo e con precisione le perdite di gas per aria condizionata in tutti gli impianti, residenziali, commerciali ed industriali, nei sistemi di refrigerazione e negli automezzi.

Alcuni modelli sul mercato sono dotati di un sensore riscaldato a ossido di stagno, materiale in grado di aumentare la sensibilità e la velocità di riscontro, anche in presenza di fughe di appena 1,5 gr/anno, al punto che, grazie alla tecnologia avanzata, tali strumenti risultano efficienti ed utilizzabili entro meno di 1 minuto dall’accensione. Sono dotati di un display LCD a colori e, spesso, di una sonda a “collo d’oca” che permette di rilevare pericoli e perdite anche in zone di difficile accesso, nonché di eliminare potenziali falsi allarmi.

 Rilevatori fughe gas nel condizionatore dell’auto

Parlando dell’impianto di condizionamento dell’auto, ormai diffuso praticamente in tutte le vetture, dall’utilitaria a quelle, a maggior ragione, di cilindrata superiore, uno dei motivi più frequenti di anomalie nel sistema di condizionamento senza dubbio è rappresentato dalla difficoltà di tenuta nel circuito del refrigerante.

Al verificarsi di queste problematiche, infatti, le perdite, pur se in maniera impercettibile, fanno diminuire il quantitativo di riempimento del gas, che si propaga attraverso i collegamenti e le tubazioni di gomma, sino a dar luogo, prima ad una riduzione della prestazione di condizionamento dell’aria, e poi, a lungo andare, al guasto dell’impianto.

È fondamentale un’accurata ricerca e un monitoraggio delle fughe del gas di condizionamento in una vettura e, poiché anche il tecnico più esperto, specialista della climatizzazione, non è in grado di verificare, senza un’adeguata strumentazione, la mancanza di tenuta o, comunque, una normale perdita di refrigerante, è necessario un controllo mirato su ogni parte meccanica dell’auto, eseguendo pertanto rilevazioni su:

  • Condensatore
  • Evaporatore
  • Compressore
  • Valvola di espansione
  • Filtro essiccatore
  • Pressostato
  • Collegamenti e tubazioni
  • Raccordi

Rilevazione delle perdite e mancanza di tenuta gas condizionatore

Quattro sono i metodi fondamentali per ricercare le fughe di gas da climatizzazione, e precisamente:

  1. Soluzione di contrasto, unitamente alla lampada UV
  2. Rilevamento elettronico
  3. Rilevatore con prodotti schiumogeni
  4. Rilevamento con forming gas

Nel caso nr. 1, il mezzo di contrasto (soluzione o cartucce di colorante) viene aggiunto al refrigerante in quantità necessaria. Attraverso poi la rilevazione con una lampada a raggi UV, tale evidenza viene resa visibile, grazie al cambio colore, localizzando in questo modo esattamente la perdita che appare sotto forma di fluorescenza giallo-verde in corrispondenza della zona di fuoriuscita. Questa soluzione è particolarmente consigliata per i circuiti chiusi, difficilmente controllabili mediante un rilevamento elettronico. È raccomandato, inoltre, in maniera specifica dalla normativa francese per gli impianti di climatizzazione automobilistica.

Mediante il metodo nr. 2, un rilevatore di fughe elettronico, passato su ogni singola parte del meccanismo, riconosce i gas alogeni, indicando le perdite mediante segnali acustici e ottici, identificandole anche nei punti difficilmente raggiungibili, come la mancanza di tenuta dell’evaporatore, grazie alle sonde flessibili. Per scegliere al meglio un rilevatore di fughe elettronico, è bene tenere in considerazione diversi fattori, come:

  • Il modello di apparecchiatura, se nuova o usata da tempo, il suo peso e le dimensioni
  • Il luogo di collaudo, ossia se in loco o presso la ditta produttrice
  • Le condizioni di funzionamento, vale a dire pressione, temperatura e fluido refrigerante
  • Accessibilità per la rilevazione
  • Il tipo di gas refrigerante da controllare

Ovviamente, fra i criteri indispensabili per un rilevatore elettronico, è necessaria la conformità alla norma EN 14624, che analizza la soglia di sensibilità sia in movimento sia in posizione fissa, e il tempo minimo di rilevamento. Inoltre, è molto importante sostituire in maniera frequente i filtri e il sensore, al fine di preservare la corretta capacità di rilevamento del dispositivo.

In commercio, sono presenti due tipologie di rilevatori elettronici, il portatile, con frequenza dei controlli in virtù della carica presente nell’impianto, e il fisso, da utilizzare oltre una determinata carica, dunque in grandi ambientazioni.

Altra possibilità di rilevamento fughe, la nr. 3, è la ricerca con prodotti schiumogeni, metodo indicato per tutti i fluidi. Si esegue mediante nebulizzazione di una soluzione particolarmente densa sulle superfici o sulle condutture da revisionare e, in caso di perdita, sulla superficie si vengono a formare delle bolle schiumose. Questa soluzione presenta però dei limiti, specie riferiti alle piccole perdite, non sempre in grado di essere rilevate, e non è conforme ai requisiti normativi. Può essere dunque considerata semplicemente un primo approccio al problema.

Infine, il metodo nr. 4, riguarda l’impiego, a scopo di collaudo, di “forming gas”, un composto di azoto, al 95%, e di idrogeno per il restante 5%. Per controllare la tenuta stagna di un sistema di condizionamento, l’impianto (vuoto) viene riempito con tale miscela, modificandone la pressione.

La rilevazione delle fughe con questa soluzione è consigliata soprattutto per una prima diagnosi in impianti ampi e che si sospetta abbiano perdite di grande entità, o anche che sono completamente vuoti, potendo verificare se l’impianto presenta fughe, senza però poterle localizzare. Il sistema si compone di un manometro, con valvola di scarico e valvole di sicurezza, e un riduttore di pressione, regolabile.

Tale metodo si utilizza con stazioni di carica che, in maniera automatica, arrestano il processo, nel caso in cui non sia possibile generare del vuoto. Se, al contrario, non vengono segnalati errori, vi è la certezza che l’impianto è correttamente funzionante, ed è possibile riempirlo con il refrigerante.

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